La Pfizer e la BioNTech hanno annunciato il test per un nuovo vaccino. Scopriamo come funziona.
La ricerca sui vaccini per il Covid è sempre aperta, sopratutto se si parla delle nuove varianti.
Ne è un esempio il test annunciato di recente da Pfizer e BioNTech. Il colosso farmaceutico e la società tedesca hanno infatti deciso di dare vita ad uno studio clinico di fase 1 che si occuperà di studiare un nuovo vaccino anti Covid il suo nome è BNT162b4.
Il vaccino mira a contrastare non solo il Covid ma anche le sue possibili varianti. Scopriamo quindi tutto quello che c’è da sapere a riguardo.
Come funzionerà il test del futuro vaccino
Mentre si parla di quarta dose, sono in atto studi per un nuovo vaccino.
Il nuovo pensato da Pfizer e BioNTech è stato ideato per contrastare e colpire le tante varianti del coronavirus Sars-Cov-2, ovvero il patogeno che ha scatenato la pandemia di Covid-19.
Per testarne il corretto “funzionamento” il trial sarà somministrato a 200 volontari che riceveranno al contempo una dose di vaccino bivalente e comprendente le sottovarianti Ba.4 e Ba.5 di Omicron 2. Queste ultime, per chi non lo sapesse, sono quelle che hanno causato l’ultima ondata di pandemia.
Attraverso il primo trial si avrà quindi un’idea di come agisce il vaccino, se è sicuro e di come funziona.
Quali sono le differenze tra il nuovo e il precedente vaccino
Il nuovo vaccino è a RNA messaggero e, proprio come il precedente, serve a fornire le giuste istruzioni genetiche alle cellule in modo da dargli modo di costruire da sole l’antigene già al loro interno. Fatto ciò, questo dovrebbe essere presentato al sistema immunitario spingendo lo stesso a sviluppare da solo gli anticorpi in grado di neutralizzare.
Quali sono, quindi, le differenze? Il nuovo vaccino non si basa sulla proteina Spike ma su altre che si è scoperto essere più conservative durante la replicazione. Queste ultime sono state scelte attraverso una particolare piattaforma della BioNTech e mirano a sviluppare una maggior immunità delle cellule T.
Tutto ciò dovrebbe portare a minori varianti del Covid e ad un vaccino che, quindi, dovrebbe risultare in grado di durare più a lungo.